Case history packaging: Filtro in buste monodose per infusi

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Risolvere criticità nel processo automatico di confezionamento del filtro in buste monodose per infusi

Problema

Il processo di confezionamento delle buste monodose è delicato: la manipolazione automatica è gestita da una meccanica di precisione che ne scandisce i veloci ritmi di realizzazione, riassumibili in diverse centinaia di operazioni al minuto, sempre precise e costanti. Avvenuto il suo riempimento con la materia prima, il contenitore/filtro è sottoposto a una seconda fase di lavorazione, inserendolo in una ulteriore confezione cartacea.

È in questa fase del processo, che gli elementi riscaldanti usati nel percorso di chiusura delle buste, operano una serie di saldature lungo il perimetro della stessa. Mentre un lato della confezione è ripiegato su sé stesso, i rimanenti 3 lati vengono termosaldati da una meccanica alimentata da due riscaldatori a cartuccia.

La soluzione usata dal cliente non permetteva di raggiungere una distribuzione di calore sufficientemente uniforme per eseguire una saldatura ottimale. Il salto di temperatura tra un punto e l’altro del saldante si attestava su un gap di 30°C.

Soluzione crei 

La nostra decennale esperienza nell’ambito di riscaldatori con distribuzione differenziata ha permesso una specifica collocazione della potenza su elementi a cartuccia appositamente realizzati. In questo modo abbiamo ottenuto una distribuzione del calore sul corpo saldante e ridotto in modo drastico il gap di temperatura.

Vantaggi

  • Maggiore efficienza, fluidità e velocità al ciclo di confezionamento
  • Riduzione gap di temperatura da 30°C a 2°C quindi un – 93%
  • Incremento velocità saldature/minuto: +67%
  • Ottimizzazione efficienza energetica a parità di potenza nominale
  • Diminuzione tempi attivi di riscaldamento
-0%
Riduzione gap di temperatura
+0%
Incremento velocità saldature/minuto

Case history packaging: Vacuum Skin Packaging

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Soluzione per il confezionamento con tecnica Vacuum Skin Packaging

Problema

Il sistema a riscaldatori corrazzati a sezione tonda in uso non permetteva di ottenere un riscaldamento uniforme degli stampi a cupola. Ne conseguiva una non ottimale termoformatura e saldatura del film plastico, oltre a influire negativamente sull’integrità del prodotto da confezionare, alterandone in partenza le caratteristiche di base e riducendo sensibilmente la sua durata di conservazione (shelf life).

Soluzione crei 

L’ottenimento del risultato desiderato impone l’impiego di sistemi a caldo che riescano a garantire la migliore distribuzione del calore, in presenza di significativi flussi di aspirazione che molto spesso vanificano la perfetta applicazione del calore nelle zone interessate.

L’approfondita analisi tecnica dei dati ha evidenziato la necessità di sostituire l’elemento scaldante corazzato di grande sezione con altri riscaldatori meno ingombranti, tanto duttili e flessibili da potersi plasmare in relazione alla sagoma da confezionare e tali da portare il calore nella quantità e nella zona desiderata.

Tale obiettivo è stato centrato grazie all’inserimento di riscaldatori microtubolari serie HMC a sezione quadrangolare di 4×6 e 3.3×3.3 mm, alloggiati con forme idonee negli stampi di termoformatura, grazie a lavorazioni meccaniche estremamente semplici ed economiche. CREI ha ottimizzato la diffusione della stessa potenza ottenuta con un unico riscaldatore corazzato, in due riscaldatori microtubolari, applicati sia nel perimetro che nella zona centrale, riducendo il gap di temperatura da 24°c a soli 7°c.

Vantaggi

  • Riduzione gap termico: -70%
  • Riduzione tempistiche di raggiungimento temperatura di lavoro: -44%
  • Ottimizzazione efficienza energetica a parità di potenza nominale
  • Diminuzione tempi attivi di riscaldamento
-0%
Riduzione gap termico
-0%
Riduzione tempistiche di raggiungimento temperatura di lavoro

Case history packaging: Termofardellatrici

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Soluzione di confezionamento di fardelli in linea – termofardellatrici.

Problema

La significativa dimensione del fardello da confezionare imponeva al cliente l’uso di un saldatore a caldo, che in un’unica battuta saldava il materiale in uscita. La rilevante potenza applicata comportava un considerevole costo delle lavorazioni meccaniche per l’alloggiamento e una critica tendenza alla deformazione del saldatore stesso, inficiando la corretta funzionalità del processo. Il tutto aggravato da un’applicazione del calore non planare e uniforme, ma attraverso cuspidi multiple ed equidistanti.

Soluzione crei 

In stretta collaborazione con la R&D del cliente abbiamo ingegnerizzato il sistema con un diverso elemento riscaldante. Un riscaldatore sagomabile che può agevolmente raggiungere le zone topiche del riscaldamento senza sprechi di potenza e senza ridondanze di temperatura, tanto dannose quanto inutili.

Vantaggi

  • ottimizzazione efficienza energetica a parità di potenza nominale
  • diminuzione tempi attivi di riscaldamento
  • impiego di materiali e lavorazioni meno onerose
  • sistema più reattivo
  • diffusione del calore ottimale nelle zone peculiari di lavoro dello stesso saldatore
  • sistema unico con un’identità costruttiva difficilmente replicabile da terzi
  • vantaggio competitivo per il cliente.